Il Wall Street Journal diventa il terzo media americano bloccato dalla Cina sul web.
La versione cinese del sito cn.wsj.com del Wall Street Journal è da poche ore completamente inaccessibile ai navigatori della rete. Ancora accessibile, invece, la versione in lingua inglese.
Ma, come detto, il Wall Street Journal non è il primo sito web ad essere reso inaccessibile agli internauti della Grande Muraglia. A subire lo stesso trattamento di censura era stata, nel giugno del 2012, la Bloomberg, e prima ancora, nell’ottobre del 2012, il New York Times. Entrambi i siti web dei due media sono attualmente bloccati e quindi ai navigatori cinesi non è concesso di informarsi tramite queste testate americane. La motivazione, secondo la dirigenza cinese, è quella di aver pubblicato dei reportages che mettevano in discussione l’operato dell’attuale e del vecchio presidente cinese, Xi Jinping e Wen Jiabao, e della loro famiglia.
All’inizio del 2013 il Wall Street Journal era già stato vittima di alcuni tentativi di pirateria informatica svolta dai hackers cinesi. Le autorità cinesi avevano però negato ogni coinvolgimento in questa operazione. Oltre alla stampa anche molti colossi del web come Google, Facebook e Twitter hanno già subito la censura di Pechino.