Arriva il momento dell’ultimo giro di valzer per Mohamed Morsi. Dopo che il popolo ieri, con le ultime grandi manifestazioni che hanno portato in piazza Tahrir al Cairo e in tutto il Paese oltre 17 milioni di persone (secondo l’opposizione) per protestare contro il leader egiziano, l’opposizione non vuole più perdere tempo e chiede le dimissioni del presidente islamista entro domani, martedì alle ore 17: “Diamo tempo a Mohamed Morsi fino a domani, martedì 2 luglio, alle 17, perché lasci il potere e così consenta alle istituzioni di prepararsi per elezioni presidenziali anticipate”, scrive in un comunicato stampa il movimento Tamarod.
E se il presidente non rispettasse i tempi, prosegue il Tamarod: “da domani alle 17 comincerà una compagna di assoluta disobbedienza civile”.
Le manifestazioni di domenica, le più imponenti mai avvenute dalla caduta di Mubarak nel 2011, hanno fatto registrare molti scontri, con 10 vittime e almeno 400 feriti e si teme che nei prossimi giorni, se Morsi non rispettasse la richiesta dell’opposizione, questi numeri potrebbero aumentare notevolmente.
I dirigenti dell’opposizione, infatti, hanno chiesto al loro popolo di rimanere in piazza fino alle dimissioni di Morsi, il quale però ha già annunciato che non cederà mai. “Il dialogo è l’unico modo attraverso il quale possiamo arrivare alla comprensione“, ha detto il portavoce di Morsi, Ehab Fahmi, assicurando che la presidenza è “aperta a un dialogo nazionale reale e serio”.
Intanto la paura inizia ad invadere il Paese. L’imam sunnita Sheikh Youssef Qaradawi, molto influente al Cairo, pur essendo dalla parte dei manifestanti ha chiesto agli egiziani di avere più pazienza con Morsi. “Avete dato trent’anni a Mubarak, non potete concedere un anno a Morsi? Un anno è sufficiente per risolvere i problemi di 60 anni? E’ impossibile. Dobbiamo dare a quest’uomo una possibilità e aiutarlo, tutti devono collaborare”.